Abbiamo già parlato del Polpo in altri articoli ma non ci stanchiamo mai di scoprire l’incredibile capacità di questo amico…eh si, per noi di Gioidive è un amico, è il nostro logo e la nostra mascotte. E’ un animale stupendo, simpatico e molto molto intelligente; ama la sicurezza, l’eleganza in acqua, gioca e si diverte….praticamente COME NOI!! 

Parlando come i pesci cercano la propria sicurezza, il POLPO è il top:
cambia colore, si mimetizza, cambia forma, si nasconde, scurisce l’acqua intorno a se e scappa veloce come una freccia. 
Focus.it di novembre 2013 ha elencato 10 pazzesche cose relative al nostro beniamino che mi sembra bello proporre ….magari trovate qualche similitudine con il GioiaGroup! 
1- sono creature incredibilmente primitive. Il più antico fossile di polpo conosciuto, un esemplare del genere Pohlsepia conservato al Field Museum di Chicago, ha 296 milioni di anni. Visse e nuotò nel periodo Carbonifero e, mentre sulla Terra si diffondevano i primi rettili precedenti ai dinosauri, questa creatura acquatica aveva già sviluppato una forma simile a quella che vediamo ancora oggi.
2- Hanno tre cuori. Due pompano sangue venoso nelle branchie e uno è responsabile della circolazione nel resto degli organi. Quando i polpi nuotano, quest’ultimo cuore smette di battere: ecco perché il mollusco tentacolato preferisce strisciare sul fondale anziché nuotare, un’attività che lo lascia stremato.
3- Aristotele li credeva stupidi. Nella Storia degli Animaliscritta nel 350 a.C. il filosofo greco descriveva il polpo come un “animale sciocco, che si avvicina alla mano dell’uomo quando questa è calata nell’acqua”, pur riconoscendogli abitudini alimentari “frugali e ordinate”: “dopo aver mangiato tutto quello che c’è da mangiare, scarta i gusci dei granchi e delle conchiglie, e le lische dei piccoli pesci”. Oggi sappiamo che questi cefalopodi oltre ad essere particolarmente ordinati sono anche molto intelligenti: sono in grado di orientarsi in un labirinto, risolvere piccoli compiti (come aprire contenitori col tappo), utilizzare utensili di fortuna per nascondersi dai predatori.
4- I loro tentacoli hanno “menti” autonome. Due terzi dei neuroni dei polpi risiedono nei loro tentacoli e non nella testa. Può quindi capitare che un tentacolo risolva un piccolo compito come aprire il guscio di una conchiglia mentre il suo proprietario è impegnato in altre faccende, come per esempio l’esplorazione di un anfratto nel reef. I tentacoli possono continuare a reagire agli stimoli anche quando sono separati dal resto del corpo (il polpo li può anche perdere volontariamente se sono finiti nelle grinfie di un predatore, pur di riuscire a scappare).
5- Sono incredibilmente scaltri nel camuffamento. A differenza di altri animali marini dotati di abilità mimetica, i polpi non provano ad assumere i colori dell’intero habitat che li circonda (sabbia, alghe, coralli) ma scelgono un oggetto preciso (per esempio una conchiglia) e si mettono in posa per assomigliargli.
Anche la consistenza della loro pelle può variare a scopi mimetici: per esempio un polpo che voglia assomigliare a un’alga può usare i muscoli per sollevare tante piccole papille dalla pelle e mimare le sembianze delle increspature di un vegetale marino. C’è una specie di polpo, che vive nell’ Oceano Indiano particolarmente bravo nel mimetizzarsi, la sua specialità è di imitare pesci velenosi e serpenti marini, sono stai visti polpi che davanti ad un pericolo si uniscono a coppie di pesci leone, cambiando livrea e alzando i tentacoli sopra la testa per simulare gli aculei del pesce leone. Congiungendo i tentacoli riesce a diventare di forma ovale e appiattita proprio come una sogliola velenosa, molto comune nel suo ambiente; nuota poi con movimenti ondulati e inganna i pesci. Ciò nonostante alcuni predatori non temono i pesci leone e le sogliole velenose allora il polpo diventa a strisce gialle e nere, nasconde 6 degli otto tentacoli sotto la sabbia e muove gli altri nelle due direzioni opposte, molti sono i cacciatori che vengono così ingannati e preferiscono scappare.
6- L’inchiostro emesso dai polpi non ha il solo scopo di oscurarlo (permettendone la fuga); è anche in grado di danneggiare fisicamente il nemico. Contiene un enzima chiamato tirosinasi che, spruzzato negli occhi dell’aggressore, provoca irritazione e difficoltà visive. Secondo i biologi marini la sostanza riuscirebbe anche a inibire olfatto e gusto dei predatori, rendendo più difficile l’individuazione del polpo.
7- Alcuni polpi si travestono da noci di cocco. Diversi cefalopodi nelle acque indonesiane sono stati filmati mentre trasportavano faticosamente sulla sabbia le due metà dell’involucro del frutto, per poi assemblarle nella forma originale, l’una sopra l’altra, e nascondercisi dentro, sfruttando l’abilità di infilarsi nei pertugi.
9- Dopo l‘accoppiamento, la festa è finita. Entrambi i partner muoiono, anche se con tempi diversi. Dopo aver fertilizzato le uova della femmina, i maschi vagano qua e là per qualche mese finché non periscono. Le femmine invece, aspettano che le 100-400 mila uova deposte si schiudano, smettendo anche di mangiare pur di fare la guardia al prezioso carico. Dopo la schiusa, le cellule del corpo della madre vanno incontro a un suicidio programmato, che inizia dalle ghiandole ottiche fino a coinvolgere, mano a mano, tessuti e organi interni.
10- E’ la creatura più idealizzata nella mitologia marina Da sempre il polpo o la piovra, forse a causa della loro furbizia ed intelligenza sono presenti negli incubi dei marinai di ogni secolo, insieme alle sirene sono le creature che più si incontrano nei dipinti con creature marine mostruose.